L’anno di una comunità era probabilmente suddiviso in mesi e giorni propizi o nefasti,
scandito da diverse feste legate a divinità specifiche e dal passaggio delle stagioni, come
sembrerebbe indicarci il Calendario di Coligny. Una festa celtica, la Samain, descritta nei
testi medievali irlandesi, si svolgeva agli inizi di novembre e celebrava l’unione di due divinità,
il Dagda e la Morrigan. Era in questa occasione che si aprivano le frontiere tra il mondo dei
morti e quello dei vivi, tra gli Dèi e gli Uomini. Questa festa è all’origine della festa di Tuttisanti
celebrata ancora ai nostri giorni. Non è da escludere che una tale festa si svolgesse anche
tra i Celti continentali, come sembra peraltro indicare l’iscrizione « TRINUXSAMO », « le tre
notti di Samon », sul calendario di Coligny. I testi medievali irlandesi ci descrivono anche
altre due feste celtiche, la Beltane, celebrata in primavera, e la Lugnasad, che si svolgeva in
estate.
Riti funerari Una delle manifestazioni più importanti del rapporto tra Uomo e sacro, viene
espressa nei riti funerari adottati da una società. I Celti inumavano i loro morti, poi, a
partire dalla fine del II secolo a.C., praticarono, secondo le regioni, anche
l’incinerazione. Gli oggetti deposti come offerte insieme ai defunti servivano
probabilmente ad accompagnare il loro viaggio nell’aldilà. Il mobilio funerario poteva
variare secondo il rango ed il sesso della persona deceduta. Armi, parures, ma anche
recipienti in ceramica, a volte, contenenti all’origine cibi e bevande di vario genere,
facevano parte del mobilio funerario.