Rare sono le scoperte epigrafiche ed iconografiche che permettono d’identificare allo stesso tempo l’immagine di una divinità ed il suo nome. Tuttavia, uno degli esempi più famosi è il Pilastro dei Nauti, monumento del I secolo d.C, di cui sono stati ritrovati alcuni blocchi in pietra sotto la cattedrale di Notre-Dame a Parigi nel 1711. Su questi blocchi sono scolpiti i nomi e le raffigurazioni di divinità celtiche quali Esus, Tarvos Trigaranus (il toro divino dalle tre gru) e Cernunnos, dio dai palchi di cervo che regna sulle foreste e la fauna selvaggia.
Probabilmente i Celti non dedicavano solamente i loro culti e le loro offerte agli Dèi, ma anche ai loro antenati o ad antichi guerrieri eroicizzati, come testimonierebbero peraltro alcune statue in pietra ritrovate in alcuni siti del bacino mediterraneo come, ad esempio, a Roquepertuse in Francia.
L’arte, espressione del sacro
Un’arte misteriosa e simbolica In assenza di testi ed immagini esplicite, i Celti ci
hanno trasmesso la loro visione del mondo e della loro mitologia sacra in un’arte
sottile, carica di simboli e di personaggi fantastici. I miti e le osservazioni degli astri e
dei cicli naturali erano probabilmente raccontati e diffusi attraverso un insieme di figure
che si ritrovano nelle complesse decorazioni di gioielli, monete, armi e altri oggetti.