La formazione per diventare druido poteva durare una ventina di anni. Secondo Cesare, riprendendo Poseidonios, i druidi si riunivano una volta all’anno nella foresta dei Carnuti, al centro della Gallia. La raccolta del vischio su di una quercia sacra, raccontata da Plino il Vecchio, colpì l’immaginazione degli eruditi e dei poeti nel corso dei secoli e continua ancora oggi ad illustrare la nostra visione romantica che vede i Celti onorare divinità oscure all’interno di foreste sperdute… Più che semplici agili arrampicatori di alberi con un falcetto d’oro nella mano, i druidi svolsero certamente più di un ruolo all’interno di una comunità, tanto nel campo politico che in quello giudiziario e religioso. Erano soprattutto gli intermediari tra gli Dèi e gli Uomini, incaricati di regolare i loro buoni rapporti, guardiani di un equilibrio che garantiva l’esistenza della comunità.
Per il momento, nessun indizio archeologico potrebbe sostenere le descrizioni che ci
forniscono gli autori antichi su questi importanti personaggi. Anche se ci piace
immaginare che i falcetti ritrovati durante gli scavi archeologici possano essere
appartenuti a questi venerabili maghi, niente prova il loro passaggio su di un sito.
Tuttavia è probabile che luoghi di culto come i grandi santuari scoperti in Europa, tra cui
quello del Mormont, siano stati amministrati da personaggi di sicuro potere politico e
religioso orchestranti i diversi rituali.